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Trento, 4 aprile 2007
RESTITUIAMO ACQUA E DIGNITA’ AL LAGO DI MOLVENO
Proposta di mozione presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici per L’Unione

La questione dell’autorizzazione all’utilizzo di una rilevante quantità d’acqua prelevata dal lago di Molveno per l’innevamento programmato delle piste della Paganella – acqua che l’Enel rinuncerebbe a “turbinare” nella centrale di Santa Massenza – ha fatto emergere l’insoddisfazione che grava da decenni su una parte della popolazione e degli operatori economici di Molveno. Le opere del sistema Sarca-Molveno realizzate dalla SISM nel secondo dopoguerra hanno di fatto “declassato” la funzione del lago di origine glaciale a mero serbatoio artificiale. Così il lago le cui acque sono state decantate ed illustrate da poeti, scrittori ed artisti, uno dei laghi più belli delle Alpi al cui cospetto si immergono le vette del settore centrale delle Dolomiti di Brenta, con il Campanil Basso e gli Sfulmini è diventato da mezzo secolo, nella stagione invernale, un paesaggio squallidamente desolato, con un danno ambientale e paesaggistico di incalcolabile valore a carico della comunità trentina ma soprattutto della comunità locale che non ha così potuto da un lato godere del proprio lago, dall’altro costruire attorno ad esso la possibilità di avviare e promuovere attività turistiche anche nella stagione fredda.

La prospettiva che tra pochi anni il Trentino riacquisti la potestà sulle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche che hanno devastato l’equilibrio e la funzione ecologica ed idraulica dei laghi e dei corsi d’acqua del Trentino occidentale può offrire alla popolazione locale un po’ di ottimismo, anche se la concessione dell’acqua per l’innevamento programmato delle piste di Andalo, al di fuori di una visione complessiva e lungimirante sul destino del lago nei prossimi decenni, appare quantomeno sconveniente.

Evidentemente l’approvazione da parte della Provincia di Trento del Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche e del Piano di tutela della acque non sono stati in grado – almeno fino ad ora e quantomeno in questo caso – di invertire una situazione diventata ormai insopportabile alla luce della crescente sensibilità ambientale della cittadinanza locale e degli ospiti.

E’ dunque giunto finalmente il tempo affinché si possa chiudere una pagina sulla storia vissuta dal lago negli ultimi tempi e ci si incontri – cittadini, associazioni, istituzioni – per scrivere una nuova pagina, più attenta al mantenimento di condizioni di naturalità di questo bene preziosissimo. La gente di Molveno – ma più in generale la popolazione del Trentino - si deve “riappropriare” del lago, delle sue acque, del suo ruolo ecologico. E questo deve avvenire con il massimo coinvolgimento possibile, con la partecipazione di tutti, anche attraverso forme di discussione come i forum o le agende 21 locali. Un obiettivo dovrà essere quantomeno considerato irrinunciabile: che le acque del lago non debbano scendere mai più ai livelli attualmente raggiunti nella stagione invernale e sia restituita al lago non solo la sua naturalità, ma anche la sua piena dignità di bene collettivo, ambientale e demaniale. Molveno non può più essere usato come un qualunque lago artificiale!

Di questo ne è pienamente convinta l'Associazione per il lago di Molveno, recentemente costituita e che ha come scopo sociale la tutela del lago medesimo e dell'areale circostante, la quale ha diffidato formalmente la Provincia di Trento attraverso il proprio legale, l’avvocato Franco Mellaia del Foro di Bolzano, a porre fine allo “scempio ambientale” rappresentato dall'attuale stato del lago, informando anche la magistratura, penale e contabile, di tale situazione.

Ciò premesso

il Consiglio impegna la Giunta provinciale

1. ad avviare prontamente una fase di incontro e di confronto con la popolazione, le associazioni e l’amministrazione locale – anche attraverso l’attivazione di un’agenda 21 - al fine di predisporre un piano di gestione delle acque pubbliche locali che restituisca al lago, quanto prima, livelli più adeguati alla salvaguardia del ruolo ecologico bacino e del valore ambientale e paesaggistico dell’area.

2. A prevedere, entro tempi ragionevoli, che la quota del lago si attesti attorno a quota 823 m/slm con oscillazioni non superiori al metro;

3. a individuare idonei accorgimenti tecnici per la graduale e progressiva eliminazione del limo glaciale, principale causa dell'intorbidimento delle acque e per ridurre l'abbassamento innaturale della temperatura a causa dell'immissione di enormi quantità d'acqua molto fredda;

4. ad assicurare l'osservanza puntuale e completa delle direttive europee in tema di qualità delle acque dei corpi idrici superficiali, direttive attualmente non completamente rispettate come riconosciuto nella relazione dello stesso piano di tutela delle acque.

Cons. prov. dott. Roberto Bombarda 

     

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